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Nei pazienti affetti da ipoacusia trasmissiva o mista bilaterale che non trovano indicazione in una ricostruzione chirurgica, sono state nuovamente reintrodotte protesi ad impianto osseo di tipo transcutaneo, in alternativa a quelle percutanee di uso corrente (Baha). Di recente, un nuovo dispositivo Baha transcutaneo è stato approvato per uso clinico. Esso è composto da una parte impiantabile, che consta della classica vite Baha accoppiata ad un magnete circolare sottocutaneo di 27 mm di diametro, e da una porzione esterna, costituita da un secondo magnete circolare di 29 mm e dal processore digitale del suono. Ad oggi non vi sono studi clinici che descrivano i risultati dell'applicazione del Baha transcutaneo. Il presente lavoro riporta i risultati anatomici e funzionali dell'impianto in tre pazienti operati presso l'Ospedale Pediatrico "Bambino Gesù" di Roma: due adulti, uno affetto da atresia auris sindromica ed uno da ipoacusia trasmissiva bilaterale (esiti di timpanoplastica aperta bilaterale), ed una bambina di 8 anni con atresia auris bilaterale non sindromica. Non sono state osservate complicanze intra- o post-operatorie. Tutti e tre i pazienti hanno ben tollerato il magnete esterno senza segni di irritazione cutanea. I risultati funzionali sono apparsi incoraggianti: il PTA (0.5-3 kHz) mediano con il Baha transcutaneo è di 27 dB HL (range = 25- 30 dB HL) e il guadagno mediano di 25 dB HL (range = 11-39 dB HL). In considerazione di ciò, il Baha transcutaneo sembra proporsi come una valida alternativa alle protesi impiantabili a conduzione ossea nei pazienti con ipoacusia trasmissiva bilaterale. Tuttavia, affinché il trattamento abbia successo sembrano opportuni alcuni accorgimenti, come in particolare un graduale incremento nell'utilizzo del dispositivo durante i primi mesi post-operatori allo scopo di favorire l'adattamento della cute sottostante al magnete ed evitare reazioni locali. Motivo di particolare attenzione soprattutto in età pediatrica è la spiccata curvatura della teca cranica, che potrebbe causare una sporgenza dei margini del magnete sottocutaneo, determinando una maggiore sofferenza locale dei tessuti.
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