INTRODUZIONE: Il progetto Mission Woman nasce per descrivere la percezione del servizio offerto al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera S.Camillo- Forlanini di Roma alle donne vittime di violenza, o presunta tale. Il Servizio “Sportello Donna”, istituito nel 2009, ha lo scopo di accogliere e ascoltare donne vittime di violenza attraverso la collaborazione di differenti operatori del Pronto Soccorso: infermieri, medici, psicologi, assistenti sociali. Gli infermieri di triage sono coloro che attraverso la loro competenza nell’indagine riescono per primi a individuare le vittime di violenza e a introdurle nel percorso.
OBIETTIVO: L’obiettivo della presente indagine è di fotografare la percezione che hanno le donne vittime di violenza, di aggressione, o presunta tale, del servizio offerto in termini di sensibilità, riconoscimento del fenomeno e gestione; capire quali sono le carenze organizzative e strutturali del servizio, le carenze teoriche e pratiche del personale sanitario nella gestione di un fenomeno che ha valenza, non solo medica, ma anche sociale e giuridica. MATERIALI E METODI. E’ stato condotto, da Maggio 2011 a Dicembre 2011, sul totale delle donne che accedono in Pronto Soccorso con triage per aggressione e prese in carico dallo Sportello Donna Antiviolenza. Lo strumento utilizzato per registrare e raccogliere i dati è un questionario.
RISULTATI E DISCUSSIONE: Gli accessi in Pronto Soccorso per aggressione o presunta tale sono stati 368, 205 di questi si sono rivolti allo sportello donna. Dei 205 casi solo 36, il 18 % degli accessi, ha accettato di compilare il questionario. Il 71% è vittima di aggressioni da parte del partner; il 60% subisce aggressioni da almeno 3 anni; il grado di soddisfazione dell’ambiente che ha accolto la paziente in Pronto Soccorso per il 96% è soddisfacente. La quasi totalità del campione (90 %) ha ottenuto risposte adeguate e chiare dal personale del Pronto Soccorso e dal personale di Sportello Donna. Le manovre assistenziali sono state effettuate rispettando riservatezza e delicatezza del caso. Secondo le pazienti intervistate una consistente percentuale degli operatori ha una buona preparazione/formazione. Le criticità riscontrate: è necessaria un’azione a breve-medio termine assegnando un codice colore riservato a questo tipo di evenienze e una sala di attesa dedicata e soprattutto ridurre i lunghi tempi di attesa per la visita (superiore alle due ore).
CONCLUSIONI: L’accesso al Servizio di Pronto Soccorso è il primo contatto della vittima con una relazione di aiuto che va al di là della semplice prestazione medica. Per quanto gravi o lievi si presentino le lesioni, chi accede al Pronto Soccorso, per unici o reiterati episodi di violenza, può aver deciso di denunciare e non nascondere il fenomeno e cercare, quindi, nel personale sanitario una forma di aiuto che deve essere soddisfatto con competenza.
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