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SommarioNei Paesi occidentali il rischio di malattie cardiovascolari è notevolmente aumentato negli ultimi decenni. Di pari passo, il miglioramento prognostico delle malattie cardiovascolari, l'invecchiamento e l'aumento della vita media della popolazione generale stanno rivelando un crescente numero di casi di malattia renale cronica d'origine vascolare. È del tutto plausibile pensare che nei prossimi anni il numero di pazienti anziani con malattia vascolare aterosclerotica, che sarà inserito nei programmi di dialisi cronica, aumenterà rapidamente. Questo farà lievitare in modo drammatico i costi sociali ed economici della dialisi configurando una vera emergenza clinica. In questo scenario epidemiologico, la diagnosi precoce della malattia ischemica cronica del rene e la definizione di nuove strategie terapeutiche rappresenterà uno dei target più importanti della nefrologia di questo secolo.Il color-Doppler (CD) per le sue caratteristiche di sensibilità, specificità, per il valore predittivo positivo e negativo può essere considerato il test di screening della malattia ischemica cronica del rene. Lo screening ecografico deve avere un duplice obiettivo: (1) individuare nella popolazione a rischio i casi di stenosi dell'arteria principale da indirizzare alle indagini di secondo livello e all'angioplastica con stenting; (2) individuare e alle caratterizzare, da assenza di stenosi dell'arteria principale, i casi di malattia ischemica cronica da nefroangiosclerosi e/o ateroembolia da avviare alla terapia conservativa. Lo screening deve essere guidato dalla preselezione clinica e deve essere preferibilmente rivolto a soggetti adulti e anziani con vasculopatia aterosclerotica polidistrettuale e insufficienza renale cronica di media gravità in assenza di storia clinica di nefropatia. In questi pazienti l'ipertensione può essere sia una manifestazione secondaria sia un sintomo associato alla malattia ischemica cronica del rene.I segni diretti, in altre parole l'aumento della velocità di picco sistolico (VPS) e della velocità telediastolica (VD), la dispersione spettrale e un indice reno-aortico alterato sono i parametri più indicativi per la diagnosi di stenosi. La determinazione di questi parametri impone il campionamento dell'arteria renale in tutto il suo tragitto ed espone alle maggiori difficoltà pratiche. Un triplice campionamento delle VPS nel tratto ostiale, mediale e ilare in entrambe le arterie e una valutazione bilaterale degli indici di resistenza parenchimale sono sufficienti per escludere o confermare una stenosi e avviare il paziente all'indagine di secondo livello. Alla presenza di stenosi un rapporto reno-aortico >3,5, la scomparsa del picco sistolico precoce nei vasi segmentari, la lateralizzazione degli indici di resistenza (ΔRI > 0,05) e la determinazione degli indici d'accelerazione (AT e AI) possono migliorare il giudizio diagnostico sulla severità della stenosi. Il ricorso a tecniche morfologiche di secondo livello come l'angio-TC o l'angio-RM è in ogni caso indispensabile per definire esattamente la sede, l'estensione della stenosi e la strategia terapeutica durante l'angiografia.In assenza di segni diretti o indiretti di stenosi dell'arteria principale, l'incremento degli indici di resistenza intraparenchimali (IR > 0,75–0,80; IP > 1,50) associato a malattia aterosclerotica sistemica indica che il danno morfologico interessa prevalentemente il microcircolo ed è espressione di nefroangiosclerosi o ateroembolia.
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