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PubMed-ita:26418543 JSONTXT

INTRODUZIONE: Le eventrazioni postoperatorie rappresentano una complicanza remota della laparotomia di qualsiasi tipo con un’incidenza relativamente alta, tra il 2- 11% del totale in letteratura. Un momento importante nella storia delle plastiche della parete addominale è rappresentato dall’introduzione di Usher delle reti sintetiche nel 1958. MATERIALE E METODO: Studio longitudinale prospettico, condotto nel periodo maggio – agosto 2014, con l’inclusione di 102 pazienti, in conformità con le norme etiche, e consenso informato postoperatorio di tutti i pazienti, e l’approvazione della direzione dell’unità operativa sede dello studio. Nei pazienti arruolati nello studio sono stati presi in considerazione diversi parametri: individuali, clinici, durata del ricovero, paraclinici, tipo d’intervento, variazioni di pressione intra-addominale e complicanze postoperatorie. La dispnea e il dolore postoperatorio sono stati monitorati attraverso scale analogiche (scala di Borg della dispnea e Visual Analogue Scale per il dolore). I tipi di intervento chirurgico sono stati suddivisi tra procedure senza rete e procedure alloplastiche (onlay, plastica con rete retro muscolare e plastica con rete di sostituzione). La pressione intra-addominale è stata misurata in modo indiretto, trans-vescicale, attraverso un kit dedicato, in 6 momenti postoperatori standard. RISULTATI: Con l’elaborazione statistica dei risultati si è rilevata una preponderanza delle eventrazioni postoperatorie nel sesso femminile (72,5%) nella fascia di età 61- 70 anni. L’obesità è risultato un fattore favorente la comparsa delle eventrazioni. Le procedure più eseguite sono state le plastiche con rete (80,3%), di cui la variante onlay quella preferita. La dimensione media del difetto parietale è stato di 2,33 cm per le plastiche semplici, 3,44 cm per quelle onlay, 5,58 cm per quelle con rete retro muscolare e 12,66 cm per le plastiche con rete di sostituzione. La valutazione pre e postoperatoria della dispnea ha fatto rilevare un modesto incremento di intensità nel postoperatorio. Il dolore postoperatorio è stato significativamente correlato dal punto di vista statistico con le procedure eseguite, essendo ridotto nei casi in cui è stato rispettato il principio “tension free”. Questo principio è stato valutato più accuratamente con la differenza fra la pressione intraaddominale alla fine e all’inizio dell’operazione. In questo modo, le procedure semplici e onlay sono state associate con variazioni positive elevate della pressione addominale, mentre le procedure con la rete retro muscolare e di sostituzione completa del difetto con variazioni minime. Le differenze tra le procedure sono state significative dal punto di vista statistico (p <0,001). DISCUSSIONE: Lo sforzo fisico sostenuto associato oppure no ai fattori locali, rappresenta i principali fattori che favoriscono la comparsa delle eventrazioni postoperatorie. L’esecuzione delle plastiche della parete addominale con un alto grado di tensione è stato constatato per grandi variazioni della pressione intra-addominale, per la compliance della parete muscolo-aponeurotica, che può mantenere constante la pressione intra addominale fino al raggiungimento di una soglia critica, oltre la quale aumenta bruscamente. L’aumento di intensità della dispnea postoperatoria è determinata all’ascensione del diaframma nelle procedure eseguite sotto tensione, ma anche al dolore collegato alla stessa causa. CONCLUSIONI: La misura indiretta della pressione intraaddominale in via trans vescicale ha rappresentato un elemento di valutazione obiettiva del grado di tensione delle plastiche della parete addominale. Il principio “tension free” ha comportato un grado ridotto di dispnea e di dolore postoperatorio. Le variazioni preoperatorie di pressione intra-addominale sono state significative dal punto di vista statistico tra le quattro procedure di plastica della parete addominale.

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