Il trattamento di scelta del carcinoma mammario non avanzato si fonda sull’associazione tra chirurgia conservativa e radioterapia (QUART); quest’ultima ha lo scopo di sterilizzare eventuali focolai neoplastici subclinici della mammella operata o residui neoplastici subclinici del letto operatorio. L’efficacia della radioterapia è dimostrata dal fatto che l’omissione del trattamento adiuvante dopo l’intervento si correla con recidive locali frequenti (17-39%) mentre dopo radioterapia le recidive locali non superano il 7%. La radioterapia a tutta la mammella dopo chirurgia conservativa rappresenta il trattamento standard e il suo valore è stato stabilito in molti studi retrospettivi e studi prospettici randomizzati. L’interesse per il ruolo di irradiazione parziale della mammella (PBI) nella gestione del carcinoma mammario è in crescita. La logica alla base di questo approccio è che la maggior parte delle recidive locali nel seno si verificano nel quadrante operato. Lo scopo di PBI è quello di diminuire il volume del seno irradiato ed aumentare la dose per frazione (ipofrazionamento). Un certo numero di tecniche può essere utilizzato per l’irradiazione parziale della mammella; tra queste la radioterapia intraoperatoria (IORT). Questa è una procedura in cui le radiazioni ionizzanti sono somministrate durante l’intervento chirurgico. La procedura consiste nell’escissione del nodulo neoplastico e nello scollamento dalla cute e dal muscolo pettorale di un ampio tratto di parenchima mammario circostante al cavo chirurgico, che poi viene provvisoriamente riaccollato, in modo da favorire l’irradiazione radiale dell’area prossima alla sede della neoplasia. Per proteggere gli organi critici sottostanti (pleura, polmone e cuore) viene provvisoriamente collocato, tra muscolo pettorale e tessuto ghiandolare, un disco di piombo in grado di attenuare l’assorbimento degli elettroni. La breccia chirurgica viene quindi chiusa per ricostruire temporaneamente l’integrità della ghiandola mammaria e misurarne lo spessore tramite un ago millimetrato al fine di selezionare l’energia di elettroni ottimale da erogare. A questo punto della procedura l’applicatore selezionato viene inserito nella breccia chirurgica e viene somministrata la radiazione programmata. Da ottobre 2012 a settembre 2016, 41 pazienti con carcinoma mammario sono stati sottoposti a IORT con boost anticipato. I criteri di inclusione individuati sono stati : T2N1Mmi, G1-G2-G3, carcinoma invasivo unifocale, dimensioni <= 3 centimetri, malattia non metastatica, linfonodi ascellari negativi per macrometastasi ed età ≥ 35 anni. Le pazienti sottoposte a trattamenti neoadiuvanti non sono state arruolate. La nostra procedura ha previsto in un primo momento la erogazione di una singola dose elevata di 10 Gy di terapia radiante sul letto tumorale mediante IORT, seguito da un trattamento di irradiazione esterna (RTE) della mammella residua (WBI) di 50 Gy (200 CGY / frazione). Nella nostra esperienza il metodo è stato ben tollerato, non ci sono state gravi complicanze postoperatorie e non abbiamo rilevato recidive tumorali in tutte le pazienti, anche se il tempo trascorso dal trattamento è ancora breve. In conclusione si può affermare che i vantaggi della metodica IORT siano soprattutto: visualizzazione diretta ed accurata determinazione dell’area da irradiare; aumento dell’indice terapeutico locoregionale, cioè del rapporto fra dose tollerata dai tessuti sani e dose letale per il tumore, erogando al tumore la maggior dose curativa e ai tessuti sani quella minima possibile; brevità del tempo di trattamento; maggior effetto radiobiologico somministrando un’alta quantità di energia in una singola dose piuttosto che in molte dosi.