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PubMed-ita:25837476 JSONTXT

INTRODUZIONE: Le interruzioni lavorative che si verificano durante la pratica infermieristica sono pericolose per la sicurezza del paziente, comportando un pesante carico cognitivo per l’operatore e aumentando il rischio di commettere errori. MATERIALI E METODI: È stato condotto uno studio osservazionale nelle UU.OO operative di Neurochirurgia e Chirurgia Vascolare di un ospedale ligure. L’osservazione è durata 1 mese, dal 1 luglio 2012 al 1 agosto 2012. Per la raccolta dati sono state utilizzate 3 schede, una per ogni turno lavorativo, nelle quali ogni operatore doveva riportare in quale attività veniva interrotto e da cosa. RISULTATI: Sono state rilevate un totale di 7744 interruzioni lavorative nel mese di rilevazione (5676 in Neurochirurgia e 2068 in Chirurgia vascolare). La fonte di maggior interruzione è il campanello (38%), seguito dal telefono (28%) e dalle richieste dei parenti (24%). In generale le attività principalmente interrotte sono state il rifacimento dei letti/cure igieniche, somministrazione e preparazione della terapia, passaggio di consegne e compilazione della documentazione infermieristica. CONCLUSIONI: Le interruzioni lavorative rimarranno una parte inevitabile nella pratica infermieristica, a causa della sua stessa natura. Occorre di conseguenza intervenire sulle interruzioni ritenute evitabili e sulle variabili organizzative che le generano, al fine di aumentare la sicurezza del paziente ed ottimizzare le attività assistenziali.

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